Rovella

Enzo Rovella nasce a Catania nel 1966, dove vive e lavora.

La pittura di Enzo Rovella attinge alle pulsioni inconsce dell’uomo, ai pensieri astratti e alle spinte emotive che restituisce in termini visivi con un linguaggio non figurativo, legato a una grammatica segnica di matrice informale e astratta, ma carica di una forza espressiva che si accompagna a tonalità cromatiche volte a un quieto lirismo.

Forme archetipali, bolle, luce, geometrie, in molti suoi lavori, sembrano lievitare in uno spazio ancestrale, fuori dal tempo o fluttuare in un universo privo di gravità.

Ciò che interessa all’artista è essere dentro le cose, immergersi e viverle per scoprire nuove realtà, mondi paralleli, nei quali ogni contrasto, ogni contraddizione trova la sua ricomposizione e un’armonia che diventa etica ed estetica.

Nel suo percorso artistico, Enzo Rovella ha sempre operato nel solco della tradizione aniconica della pittura, attingendo alle sfere della cosmologia, della biologia o dell’astronomia, per una restituzione segnica di forme, colori, materia, espressione delle sue visioni e percezioni.

I suo lavori, come afferma Lucio Barbera, saturano la “ferita” tra astrazione e figurazione, attraverso un linguaggio personale fortemente evocativo, nel quale, sempre e comunque, protagonista resta la pittura. Ciò vale tanto per i “Landscape”, quanto per i “Bleck Screen” o per i più recenti “Daimon”.

L’opera Daimon, del 2018, entrata in collezione nel 2022, è stata esposta nella “Enzo Rovella. Secret Daimon”. Il titolo rimanda alla figura del Demone, essere divino, che nella tradizione religiosa greca antica è a metà tra la dimensione umana e quella divina, ostacolo o intermediario, come per la filosofia (ne parla anche Platone nel “Simposio”).

Per la sua “natura”, viene spesso raffigurato con le ali, che gli consentono di elevarsi dalla sfera terrena a quella celeste.

Il demon, per Esiodo, è lo stato post mortem; per Erodoto rappresenta, invece, il carattere e l’indole dell’uomo. Per Socrate è una sorta di coscienza morale, una voce dell’anima. Anche gli Stoici parlano di demoni come esseri che vigilano sugli uomini e ne condividono i sentimenti.

Essere al di fuori, eppure legato alla natura umana, il Daimon viene interpretato da Enzo Rovella attraverso linee e colori e restituito in opere astratte che alludono ed evocano la figura umana, in un insieme compositivo onirico e surreale, che spalanca le porte alla nostra interiorità più profonda.

L’opera in collezione è espressione paradgmatica dell’ultima ricerca dell’artista catanese, nella quale si intrecciano al linguaggio visivo astratto, che ha caratterizzato l’intera sua produzione, tematiche legate alla filosofia classica. Così la materia pittorica si piega a rendere l’essenza stessa dell’uomo, la sua spiritualità, la sua evanescenza.

La figura umana è appena accennata, sembra emergere, eterea, da un indistinto ancestrale oppure ripiombarvi dentro. Il corpo, che tanto ricorda le antropometrie di Klein, suggerito da una massa scura tra forme ectoplasmatiche simile a ife, germogli o ramificazioni di fluidi vitali, viene poi inquadrato e incorniciato da linee rette bianche. Queste sembrano ricondurre alla razionalità di geometrie strutturali le fluttuazioni sfumate del colore e della materia. Come nelle radiografie, i corpi diventano impronte evanescenti, che l’artista cerca di ricomporre attraverso i riquadri che li attorniano.

L’assenza di matericità che caratterizza i lavori di Enzo Rovella, ci conduce in un mondo trascendente, senza orpelli, senza dettagli. La natura umana sembra manifestarsi in un “qui” e in un “ora” che perennemente si rinnova. E questa incompiutezza e mutevolezza sono allusivi della capacità umana di mutare e rinascere, di precipitare e cadere per poi rialzarsi.

Le opere di Enzo Rovella sono state esposte in mostre personali e in collettive in Italia e all’estero. Numerosi i curatori che si sono interessati a suoi lavori e curato le sue esposizioni; tra i tanti, ricordiamo: Lucio Barbera, Beatrice Buscaroli, Paolo Falcone, Francesco Gallo, Helga Marsala, Demetrio Paparoni, Vittorio Sgrabi, Carmelo Strano, Alberto Zanghetta. Le sue opere sono esposte in numerose collezioni private e pubbliche, oltre che da diverse fondazioni private.

Rosaria Raffaele Addamo