Longo

Loredana Longo – Nata nel 1967 a Catania, dove vive e lavora.

La ricerca dell’artista si costruisce su un doppio binario dal forte impulso autobiografico: da un lato la stessa immagine della Longo diviene centrale in fotografie, installazioni, video e performance; dall’altro la sfera familiare – ed è questo l’elemento saliente nella produzione degli ultimi anni – si fa complesso elemento di riflessione nei lavori intitolati Explosion. Gli episodi dei quali si compone tale progetto vedono l’artista impegnata in una riflessione sulle implicazioni sociali e le dinamiche innescate a partire dalla vita del nucleo familiare, analizzato attraverso i suoi riti, le sue convenzioni ma anche i suoi elementi più autentici, come il ricordo e il legame con esso. La descrizione di Souvenir #3 Family portrait, è affidata – come di consueto, nella produzione di Loredana Longo – ad un testo della stessa artista: “Il souvenir è qualcosa che si porta da un luogo da cui si è ritornati, è quello che si riporta da dimostrare o donare, quello che resta dell’esperienza, una sorta di citazione del vissuto.

L’artista costruisce un muro, ne arreda i due lati, in modo diverso, perché un muro è una struttura che divide uno spazio e potrebbe rappresentare anche la separazione fra due ambiti familiari totalmente diversi. Un lato del muro riflette una situazione che riconduce ad un trascorso personale, utilizzando oggetti provenienti dalla propria famiglia, l’altro ciò che potrebbe essere dietro ogni muro.

L’azione della costruzione è seguita da una fase di distruzione, l’artista spara al muro, colpendo quegli oggetti che le appartengono, i proiettili attraversano la parete.

Un gesto violento che investe la sua sfera familiare ma inconsapevolmente anche un’altra.

Subito dopo prende un flex, una sega circolare, ritagliando una parte del muro, sottraendola come succede con un souvenir. Il muro crivellato di colpi, poi rigidamente tagliato con il flex, ridotto ad una porzione di memoria e tradotto in una ricostruzione che rimanda alla sua primaria innocenza.

Questo tipo di azione non è estraneo all’artista, dove c’è sempre una scena, l’evento e il suo residuo, vale a dire la stessa consecuzione che porta al ricordo. Nell’azione succede qualcosa di violento e liberatorio, che serve a modificarla nel senso e non per distruggerlo, un improvviso e inaspettato momento di follia al quale poi ripensiamo con rimorso, pentiti.

In Souvenir #3 Family portrait, l’artista costruisce una parete di una casa borghese, su un lato del muro appende decine di vecchi portafotografie con immagini appartenenti alla sua famiglia, dall’altro un antico mobile da ingresso. La pistola o l’arma costituisce un prolungamento del braccio e della violenza insita nel gesto dello sparo, colpendo l’immagine fotografata, colpisce metaforicamente la persona, non la uccide, ma la colpisce, un gesto liberatorio, in cui si sublima quella sorta di volontà repressa di incidere  su quelle persone che rappresentano il sistema famiglia”.

Tra i recenti lavori di Loredana Longo sono da ricordare la site-specific installation Black Library, No reading please per il Castello sede del Civitella Ranieri Center (Umbertide, Perugia) presso il quale l’artista ha vinto una Fellowship nel 2011 e, nello stesso anno, il progetto Neither Here Nor There (Palermo, TEMPORARY MUSEUM – Chiesa di San Mattia ai Crociferi, con la Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea).

Teresa Cicciarella