Anastasio

Gianfranco Anastasio nasce a Messina nel 1956, dove vive e lavora.

Dopo gli studi in Architettura, Gianfranco Anastasio si dedica alla pittura, concepita come riflessione analitica sulle variazioni cromatiche costitutive della figurazione. L’approccio scientifico e il suo percorso di studi, lo portano a realizzare, negli anni novanta, una serie di installazioni – Colture e Nous – che dialogano con gli ambienti.

Attratto dall’idea della soglia, come luogo di attraversamento, ma anche di confluenza e metamorfosi, realizza, negli anni Novanta, opere di colore blu, inteso come “simbolo medievale di visioni cosmiche”. Adotterà, negli anni Duemila, la policromia, ma sempre come campo di indagine sulla struttura architettonica delle linee e dei colori stessi.

Tale indagine caratterizza anche l‘opera Tempobianco, del 2017, che ha implementato il patrimonio artistico della collezione permanente del Museo Riso, testimoniandone l’attività espositiva.

Nello specifico si è trattato di una personale dell’artista messinese, “ZEITSPACE” 16 febbraio – 2017 a cura di Marco Bazzini, appositamente pensata per il suggestivo spazio della Cappella dell’Incoronata di Palermo, uno spazio laboratorio dedicato alle sperimentazioni e alle riflessioni sui diversi linguaggi del contemporaneo. Nella mostra, la ricerca portata avanti da Gianfranco Anastasio sulla pittura, come “corpo e scrittura”, è entrata in stretto dialogo con un “gioiello” dell’architettura arabo normanna, valorizzandolo.

Questo rapporto tra pittura e spazio, tra materia e analisi del luogo, è centrale nella produzione dell’artista siciliano.

L’opera si inserisce nel solco del linguaggio astratto della pittura che dal secondo dopoguerra in poi ha caratterizzato l’arte siciliana e italiana, ambito che Gianfranco Anastasio continua e rinnova in maniera personale e originale, padroneggiando con sapienza tecniche e colori.

Gianfranco Anastasio si interroga, infatti, costantemente, sul ruolo stesso della pittura oggi, e su quale possa essere il suo futuro, forte della sua profonda conoscenza di ciò che lo ha preceduto.

Le partiture geometriche dei suoi lavori si ripetono su campi diversi di colore, preferibilmente su una stessa forma geometrica, cara all’artista: il rettangolo. La forma geometrica, apparentemente fredda, si carica di emotività e silenziosa narrazione, attraverso le vibrazioni del colore.

Così la pittura non è idea ma diviene scrittura e corpo, ovvero e rispettivamente: tempo e spazio.

Da qui il titolo dell’opera, Tempobianco, che coniuga gli aspetti salienti del lavoro di Gianfranco Anastasio, due aspetti inscindibili, come ribadisce e sottolinea l’unione delle due parole.

E da qui anche il titolo della mostra in cui l’opera è stata esposta, “zeit” e “space”: due parole tratte da lingue diverse saldate in una formula meticcia.

Da qualche anno, infatti, Gianfranco Anastasio si interessa proprio al carattere meticcio, residuale e impuro della pittura, usando gli scarti stessi del colore, i residui sulla tavolozza.

Tutte le opere di pittura di Gianfranco Anastasio, parimenti a Tempobianco, non a caso tradizionali nella tecnica dell’olio su tela, sono segno e scrittura da presentare come colore e gesto, come pittura che è superficie, ma anche liberazione dalla bidimensionalità, pittura che conserva il suo lato etico oltre che estetico.

Rosaria Raffaele Addamo