Sin dai primi anni Ottanta, l’interesse di Francesco Impellizzeri si rivolge alle pratiche artistiche che vedono il corpo come mezzo d’espressione, a partire da una riflessione su protagonisti degli anni Settanta quali Luigi Ontani o Urs Lüthi, fino alle influenze di cinema e televisione. L’artista privilegia dunque la fotografia e la performance, entrambe adoperate con l’intento di mettere in luce le strategie di comunicazione massmediatiche e la nascita di ruoli e modelli stereotipati. La sua ricerca si caratterizza per una contaminazione di mezzi espressivi, grazie ai quali Impellizzeri crea tableaux vivants curando costumi, musica e regia e calandosi egli stesso nei panni di personaggi inventati, seppur apparentemente noti. Il travestitismo diviene così uno strumento per indurre lo spettatore ad interrogarsi sui meccanismi di ricezione delle immagini. Negli ultimi anni utilizza disegno e pittura, anche con il ciclo dei Pensierini, realizzato ricostruendo le pagine di quaderni delle scuole elementari e utilizzandole quale veicolo per la diffusione di concetti legati a memorie personali o a eventi collettivi. (Alessandra Troncone, in "Archivio S.A.C.S. 2008 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)

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Francesco Impellizzeri

"Per L'Appunto 21", 2010, acrilico su tela, 100x150 cm - Courtesy Foto Alessandro Vasari, Roma