L’esperienza artistica di Fabrice De Nola si è mostrata nel tempo abbastanza eclettica. Dopo un esordio che potremmo definire di neo espressionismo (misurato ed elegante) la sua attività si è suddivisa secondo varie declinazioni che vanno dal “pittore scenografo” al designer. A partire dalla metà degli anni ‘90 De Nola adotta l’elaborazione digitale dell’immagine nella progettazione e realizzazione dei suoi dipinti. Tale uso tecnologico della formalizzazione dell’immagine diviene ancor più pregnante nel 2006, quando Fabrice De Nola dipinge il suo primo quadro a olio contenente l’onnipresente, e per certi versi famigerato, codice QR. Da quel momento, tutti i suoi quadri presentano questo particolare codice che permette ai nostri amati smartphone di accedere a contenuti multimediali (puntandoli ovviamente verso il codice presente nel dipinto). Anticipando, o in contemporanea, con una pratica tecnologica applicata anche nell’ambito museale, De Nola dà un ulteriore colpo (qualora ce ne fosse ancora bisogno) alla ormai storica perdita dell’aura dell’opera d’arte. Tuttavia, nello stesso tempo, l’artista mostra un coraggio insolito (e sicuramente disinteressato), nel trasformare un codice di controllo e poi una sorta di “gadget” tecnologico in qualcosa di accessorio all’opera. Un accessorio, adeguato ai nostri tempi, e non l’essenza di ciò che fortunatamente sfugge al nostro controllo e alla passione perennemente insoddisfatta (da parte del consumatore) di un continuo entertainment. (Giovanni Iovane, in "Archivio S.A.C.S. 2009-2011 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)

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Fabrice De Nola

"Ercte", 2014, AR su stampa digitale, acrilico e alluminio su PVC, 9x150 cm