La ricerca artistica di Michele Ciacciofera si basa su una solida conoscenza dei temi socio-antropologici e artigianali, appresi durante il suo tirocinio artistico presso il pittore sardo Giovanni Antonio Sulas e analizzati durante molteplici viaggi in molti paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Il suo eclettismo espressivo è un manifesto visuale in cui convivono risonanze di culture diverse e arcaiche, oltre a chiari rimandi alla fenomenologia dell’arte contemporanea. Così Ciacciofera incide nelle ceramiche segni rupestri delle civiltà paleolitiche e neolitiche; completa con i fossili che colleziona le proprie opere d’arte; sceglie materiali naturali e difficili da lavorare come i favi delle api; scolpisce il legno e la pietra forgiando qualunque oggetto come un permeabile del vita che scorre. Dall’ibridazione-immaginazione di passato, presente e futuro nascono opere come “forme di riflessione”, simboli di relazioni spaziali e temporali, immagini che sono segni di considerazioni storiche, culturali, sociali, politiche e ambientali. A un’approfondita analisi delle tematiche ecologiche e del rapporto dell’uomo con il paesaggio, si lega l’interesse per certe questioni socio-politiche che definiscono la condizione umana quali torture, prigionie, repressioni. Senza alcuna retorica o conformismo, con la sua arte Ciacciofera lancia un’esortazione chiamandoci tutti a recuperare un ruolo attivo nel nostro rapporto con il mondo prima di diventarne definitivamente soggetti muti, isolati, e segni insignificanti. (Fabiola Di Maggio, Dottorato di Ricerca in Scienze del Patrimonio Culturale, 2020)

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Michele Ciacciofera

"Janas Code", 2015, fotografia