SINFONIA N.1 DI GOUNOD E SUITE ALGÉRIENNE DI SAINT-SAËNS

RASSEGNA ESTIVA DI MUSICA CLASSICA DELL’ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA
A PALAZZO D’AUMALE

Nel suggestivo scenario di Palazzo d’Aumale, durante le serate estive del mese di luglio si continua con le rappresentazioni concertistiche, in collaborazione con il Comune di Terrasini e con la partecipazione dello Sponsor Ditta Cracchiolo Autoservizi.

La proficua collaborazione, afferma la Direttrice del Polo Museale Valeria Patrizia Li Vigni, avviata nel 2016 tra la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana ed Il Museo Riso si estende nel 2017 al Museo d’Aumale, parte integrante del Polo d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e lo ripropone nelle due sedi con l’apprezzata combinazione di “aperitivo, visita al Museo e Concerto”, nell’ottica di condividere momenti di svago e di approfondimento culturale in un Museo rinnovato che diventa laboratorio creativo e centro di incontro per il territorio.

COMUNICATO STAMPA

L’Orchestra sinfonica Siciliana protagonista del concerto del 15 luglio in piazza Ruggiero Settimo, diretta da Ottavio Marino, proporrà la replica della Sinfonia n.1 di Gounod e Suite Algérienne di Saint-Saëns,  a Terrasini e a Segesta.

La Sinfonia n. 1 di Gounod. Charles Gounod ricordò nei suoi Mémoires d’un artiste la composizione della sua Prima sinfonia in re maggiore nel 1855 dopo la delusione seguita alla rappresentazione della sua terza opera, La nonne sanglante. Ancora incerto sulla sua carriera di compositore e addirittura tentato dalla possibilità di prendere i voti, Gounod non stava dunque attraversando un periodo particolarmente felice della sua vita quando compose questa sinfonia il cui successo, però, gli indicò quale dovesse essere la strada da seguire. Il primo movimento, Allegro molto, in forma-sonata è una pagina brillante nella quale si sente sin dalla parte introduttiva l’influenza di Mozart che pervade anche il primo tema, mentre il secondo, affidato al flauto, è di carattere lirico. Il lento incedere di una marcia funebre caratterizza la parte iniziale del secondo movimento, Allegretto moderato, che, però, trova uno dei momenti di serenità nella bella melodia dei legni. Il movimento, infine, si conclude con un fugato estremamente raffinato dal punto di vista contrappuntistico il cui soggetto trae spunto dal tema iniziale. Lo Scherzo, privo del vigore di quelli di Beethoven, è in realtà un elegante minuetto, mentre il Finale è una pagina brillante nella quale Gounod fa sfoggio delle sua qualità nell’ambito dell’orchestrazione.
Durata: 35′

La Suite Algérienne di Saint-Saëns. Fu proprio un viaggio effettuato nel 1875 in Algeria ad ispirare a Saint-Saëns, che dal paese nordafricano fu sempre affascinato, la composizione di Réverie orientale, che sarebbe diventato, con il titolo Rêverie du soir, il terzo dei quattro brani di cui si compone la Suite algérienne. Composto, infatti, su un tema che Saint-Saëns aveva concepito durante il viaggio, questo brano fu eseguito per il prima volta il 7 giugno 1879 in un concerto di beneficienza sotto la direzione del compositore al quale il suo editore Durand suggerì di comporre altri brani dello stesso carattere. Nacque così la Suite algérienne, alla quale Saint-Saëns lavorò durante l’estate del 1880 che egli trascorse a Boulogne-sur-Mer. Eseguita con notevole successo per la prima volta il 19 dicembre dello stesso anno sotto la direzione di Édouard Colonne, la Suite, che Saint-Saëns dedicò all’oftalmologo di origine alsaziana Albert Kopff da lui conosciuto durante il soggiorno in Algeria, è costituita da quattro movimenti ciascuno dei quali segue un programma. Nel primo Prélude. En vue d’Alger, la città di Algeri è vista dal ponte di una nave che si sta avvicinando alla costa; il musicista, dalla sua posizione, percepisce i diversi rumori e soprattutto ben distinto il grido “Ali Allah! Mohammed rassoul Allah!”, mentre la nave dopo un ultimo sussulto attracca nel porto. Nel secondo movimento, Rhapsodie mauresque, è, invece, descritta una scena che si svolge all’interno della città; nei suoi caffè, infatti, gli Arabi si danno a danze lascive e sfrenate, mentre nel terzo, che si svolge sotto le palme di un’oasi, durante una notte profumata, è descritto un canto amoroso, il cui ritornello è affidato al flauto. Il quarto movimento, Marche militaire française, ci riporta nella rumorosa città di Algeri dove un reggimento francese sfila al suono di una marcia la cui musica stride con le melodie languide e i ritmi bizzarri di quella orientale.
Durata: 25′.

Biglietti Terrasini: € 10,00 (comprensivo di aperitivo e visita al Museo)
un’ora e mezza prima degli eventi sul luogo del concerto e al Botteghino del Politeama.

Info: 091 6072532/533 biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it – vivaticket – www.orchestrasinfonicasiciliana.it

L’Ufficio stampa
(Mario Pintagro)

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Note biografiche
Ottavio Marino, direttore

E’ nato a Palermo nel 1974 e all’età di diciotto anni consegue la maturità classica e si diploma in pianoforte col massimo dei voti, la lode e la Menzione d’Onore Ministeriale perfezionandosi quindi presso l’Accademia pianistica “incontri col Maestro” di Imola sotto la guida di F. Scala, L. Berman e A.Lonquich , ricevendo alcuni premi in concorsi pianistici internazionali e diplomandosi successivamente in composizione ed in direzione d’orchestra presso il Conservatorio “V.Bellini” di Palermo col massimo dei voti, la lode e la Menzione d’Onore Ministeriale . Ha svolto l’attività di maestro sostituto presso il teatro “G. Verdi” di Pisa debuttando poi come direttore d’orchestra all’età di ventitré anni sotto la guida di Piero Belugi e collaborando successivamente col Maestro Antonello Allemandi che lo ha voluto come assistente in numerose produzioni operistiche presso prestigiosi teatri quali il Real di Madrid, l’Opera Bastille di Parigi, l’Opera di Colonia etc.
Nel 2000 ha diretto in Germania per la stagione “Festspiele Mecklenburg Vorpommern” e subito dopo in Francia un concerto sinfonico con l’Orchestra Filarmonica di Marsiglia; nel 2001 dirige il Don Carlo presso il Teatro “G.Verdi” di Pisa e a seguire nello stesso Teatro il concerto di Capodanno del 2002 ed una nuova produzione della Carmen di G.Bizet che lo ha portato nei teatri di Livorno, Lucca e Rovigo . Sempre nel 2002 chiude la Settimana di Musica Sacra presso il Duomo di Monreale con l’orchestra e il coro di voci bianche del Teatro Massimo di Palermo. La stampa nazionale lo definisce “il più giovane direttore d’orchestra d’Italia”.
Nel 2003 viene invitato dall’Accademia Chigiana di Siena come docente a fianco di Raina Kabaivanska per il “corso d’Opera 2003”.
Dopo aver diretto dei concerti lirico-sinfonici a Trieste e Pordenone con l’orchestra e il coro del teatro “G. Verdi” di Trieste all’interno della ” stagione sinfonica di Primavera 2003″ chiude la stagione d’opera del 2003 del Teatro delle Muse di Ancona con Tosca di G.Puccini. Nel 2005 debutta in Corea del Sud con “Un ballo in maschera” di G.Verdi presso il Seoul Arts Center con la Korean Symphony Orchestra ottenendo un grandissimo successo che lo porta ad essere invitato pochi mesi dopo ad inaugurare con il Faust di C.Gounod un nuovo Teatro d’opera a Seoul : il “Seongnam Arts Center”. Subito dopo è in Francia con “La Traviata”di G.Verdi e a seguire in Spagna con l’Orchestra del Teatro Regio di Torino per un concerto col basso Roberto Scandiuzzi per il Festival di Santander che lo invita a dirigere “La Sonnambula” per la regia di Hugo De Ana nella stagione estiva del 2007 e sempre in Spagna, ad Oviedo e Salamanca alla fine del 2005 dirige due concerti lirico-sinfonici con l’Orchestra Sinfonica Ciudad de Oviedo. Nel 2006 è ancora in Corea del Sud per due concerti sinfonici con la Incheon Symphony Orchestra e di nuovo presso il Seoul Arts Center con il Don Giovanni di W.A.Mozart,in coproduzione con il Royal Opera House di Londra e ancora una nuova produzione del Don Carlo di Verdi e “La Bohème” di Puccini presso l’Opera di Busan. A maggio del 2007 in Andalusia un concerto con il basso Roberto Scandiuzzi e il successivo Novembre a Seoul per due concerti sinfonici con la Incheon
Symphony Orchestra oltre a “Rigoletto” di G.Verdi. Nella stagione estiva 2007 è stato sul podio dell’orchestra sinfonica Siciliana e a Gennaio 2008 ha diretto nella stagione del Teatro dell’Opera di Roma ; subito dopo ancora a Seoul per una serie di concerti sinfonici con la Seoul Philharmonic Orchestra , con la KBS Orchestra della Radiotelevisione coreana e una nuova produzione di Aida con la Busan Philharmonic Orchestra. ed infine a Mosca nella prestigiosa Cajkovskij Hall. A dicembre del 2009 ha debuttato al Teatro degli Champs Elysèes in un recital con il soprano Annick Massis e ad Aprile del 2010 è stato Mosca alla Tchaikovskij Hall per dirigere “Les Pecheurs de perles” di Bizet con l’Orchestra Filarmonica Nazionale di Mosca ed il coro della Radio Nazionale. Nell’Ottobre del 2010 ha diretto “Mefistofele” di Boito per la regia di Davide Livermore presso il Seoul Arts Center e a Marzo del 2011 sempre presso il Seoul Art Center il Faust di Gounod col basso Samuel Ramey ed il soprano Alexia Voulgaridou. Subito dopo è stato invitato dal Teatro Bolshoj di Mosca per “La Bohème” di G.Puccini. Nel mese di Settembre 2012 è stato invitato a dirigere “La traviata” per il Festival Internacional de Opera di Tenerife e l’anno successivo ha diretto West Side Story di L.Bernstein presso il Teatro dell’opera di Regensburg in Germania.
Ha collaborato con artisti di fama internazionale quali Roberto Scandiuzzi, Annick Massis, Andrea Rost, Vladimir Chernov, Dimitra Theodossiou, Susan Neves, Bruno Canino etc.
Ha effettuato diverse registrazioni radiofoniche e ha inciso per la RTVE RadioTelevisione Spagnola e per la KBS National Broadcasting Company di Seoul(Corea del Sud).

Note di sala a cura di Riccardo Viagrande
Charles-François Gounod
(Parigi 1818 – St. Cloud, Parigi, 1893)
Sinfonia n. 1 in re maggiore
Allegro molto
Allegretto moderato
Scherzo non troppo presto, Trio
Finale (Adagio-Allegro Vivace)
Durata: 35′
“Mi consolai della mia delusione scrivendo una sinfonia (n. 1, in re) per la Società dei giovani artisti che era stata fondata da Pasdeloup e i cui concerti avevano tutti luogo nella Salle Herz, rue de la Victoire. Questa sinfonia fu ben accolta, e questa accoglienza mi indusse a scriverne per la stessa società, una seconda”.
Così lo stesso Charles Gounod ricordò nei suoi Mémoires d’un artiste la composizione della sua Prima sinfonia in re maggiore nel 1855 dopo la delusione seguita alla rappresentazione della sua terza opera, La nonne sanglante, che, andata in scena all’Opéra il 18 ottobre 1854, aveva tenuto il cartellone per solo 11 serate. Ancora incerto sulla sua carriera di compositore e addirittura tentato dalla possibilità di prendere i voti, Gounod non stava dunque attraversando un periodo particolarmente felice della sua vita quando compose questa sinfonia il cui successo, però, gli indicò quale dovesse essere la strada da seguire. Il primo movimento, Allegro molto, in forma-sonata è una pagina brillante nella quale si sente sin dalla parte introduttiva l’influenza di Mozart che pervade anche il primo tema, mentre il secondo, affidato al flauto, è di carattere lirico. Il lento incedere di una marcia funebre caratterizza la parte iniziale del secondo movimento, Allegretto moderato, che, però, trova uno dei momenti di serenità nella bella melodia dei legni. Il movimento, infine, si conclude con un fugato estremamente raffinato dal punto di vista contrappuntistico il cui soggetto trae spunto dal tema iniziale. Lo Scherzo, privo del vigore di quelli di Beethoven, è in realtà un elegante minuetto, mentre il Finale è una pagina brillante nella quale Gounod fa sfoggio delle sua qualità nell’ambito dell’orchestrazione.
 
Camille Saint-Saëns
(Parigi 1835 – Algeri 1921)
Suite algérienne in do maggiore, Op. 60
Prélude. En vue d’Alger. Molto allegro
Rhapsodie mauresque. Allegretto non troppo
Rêverie du soir. A Blidah. Allegretto quasi Andantino
Marche militaire française. Allegro giocoso
Durata: 25′
Fu proprio un viaggio effettuato nel 1875 in Algeria ad ispirare a Saint-Saëns, che dal paese nordafricano fu sempre affascinato, la composizione di Réverie orientale, che sarebbe diventato, con il titolo Rêverie du soir, il terzo dei quattro brani di cui si compone la Suite algérienne. Composto, infatti, su un tema che Saint-Saëns aveva concepito durante il viaggio, questo brano fu eseguito per il prima volta il 7 giugno 1879 in un concerto di beneficienza sotto la direzione del compositore al quale il suo editore Durand suggerì di comporre altri brani dello stesso carattere. Nacque così la Suite algérienne, alla quale Saint-Saëns lavorò durante l’estate del 1880 che egli trascorse a Boulogne-sur-Mer. Eseguita con notevole successo per la prima volta il 19 dicembre dello stesso anno sotto la direzione di Édouard Colonne, la Suite, che Saint-Saëns dedicò all’oftalmologo di origine alsaziana Albert Kopff da lui conosciuto durante il soggiorno in Algeria, è costituita da quattro movimenti ciascuno dei quali segue un programma. Nel primo Prélude. En vue d’Alger, la città di Algeri è vista dal ponte di una nave che si sta avvicinando alla costa; il musicista, dalla sua posizione, percepisce i diversi rumori e soprattutto ben distinto il grido “Ali Allah! Mohammed rassoul Allah!”, mentre la nave dopo un ultimo sussulto attracca nel porto. Nel secondo movimento, Rhapsodie mauresque, è, invece, descritta una scena che si svolge all’interno della città; nei suoi caffè, infatti, gli Arabi si danno a danze lascive e sfrenate, mentre nel terzo, che si svolge sotto le palme di un’oasi, durante una notte profumata, è descritto un canto amoroso, il cui ritornello è affidato al flauto. Il quarto movimento, Marche militaire française, ci riporta nella rumorosa città di Algeri dove un reggimento francese sfila al suono di una marcia la cui musica stride con le melodie languide e i ritmi bizzarri di quella orientale.