Collezione naturalistica

Le collezioni naturalistiche del Museo d’Aumle  rappresentano oggi una grande risorsa non soltanto per la ricerca ma anche per la divulgazione della cultura scientifica, delle problematiche di tutela e di conservazione dell’ambiente naturale.

Le collezioni entomologiche e ornitologiche sono senz’altro quelle numericamente più rappresentate: circa 1500 cassette entomologiche raccolgono insetti che comprendono l’intera entomofauna siciliana ma anche numerosi insetti esotici.
Tra le raccolte entomologiche quella del principe Raniero Alliata di Pietratagliata è senz’altro quella che riveste la maggiore importanza scientifica, non solo per la sua consistenza numerica ma anche in quanto rappresentativa dell’intera fauna entomologica della nostra isola.
Le collezioni ornitologiche contano quasi 10.000 uccelli provenienti dalle raccolte Jannizzotto, Orlando, Trischitta e Vitale che rappresentano buona parte dell’ ornitofauna europea.
A queste si aggiungono una più piccola raccolta di specie esotiche ed una collezione di uova e nidi di uccelli.
Sono inoltre presenti una discreta raccolta di mammiferi e di rettili, quest’ultimi conservati per la maggior parte in alcool.

Di grande importanza sono inoltre una vasta raccolta malacologia che custodisce meravigliose conchiglie provenienti dai mari e dagli oceani di tutto il mondo e la presenza di una ricca biblioteca specialistica nel settore delle scienze naturali che conserva anche pregiati testi antichi.

E’ dunque evidente come questo patrimonio scientifico rappresenta una grande risorsa per la ricerca, la didattica e soprattutto per l’allestimento di mostre tematiche, anche a carattere temporaneo, che renderanno dinamico il Museo.

Il percorso espositivo si basa su una interpretazione delle diverse classi animali in chiave evoluzionistica mettendo in evidenza le differenze o le similarità anatomiche e morfologiche frutto di percorsi diversi di adattamento all’ambiente e di evoluzione.
Altre tematiche affrontate sono quelle relative alla biodiversità, alla variabilità intraspecifica e alla caratterizzazione delle faune insulari con riferimenti particolari al territorio della nostra isola e ai popolamenti faunistici delle isole circumsicialiane.

Una moderna impostazione, vuole i Musei non avulsi dal territorio circostante in modo che i reperti museali siano visti come anello di congiunzione testimonianza – realtà.
Questo approccio permette di valorizzare, nella sua interezza, il patrimonio culturale e ambientale dandone un corretto messaggio per le generazioni future.
Alcuni habitat “in vetrina” esposti nelle sale prendono spunto da emergenze paesaggistiche del territorio di Terrasini ed in particolare al biotopo di Capo Rama.

Questo promontorio, che chiude ad est il golfo di Castellammare, scende a picco sul mare sovrastato da un ampia area quasi pianeggiante, pressoché integra, di alto valore naturalistico tanto da essere stata inserita nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva europea sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna in Europa.

La vegetazione presente è costituita da macchia e gariga degradata rappresentate da ginestra, olivastro, palma nana e Opuntia stricta, specie non autoctona ma naturalizzata, che può essere confusa con il comune fico d’india. Interessante è la presenza dell’Asparagus stipularis, specie presente in Italia soltanto in questo biotopo e nell’isola di Lampedusa.

Per quanto riguarda la fauna, di particolare interesse risulta essere la presenza di alcune coppie di Gabbiano reale mediterraneo che da pochi anni hanno colonizzato la scogliera; inoltre, trovandosi lungo una rotta migratoria, la Riserva, nei periodi di passo, ospita temporaneamente numerose specie migratrici.