Carla Accardi e la militanza nel movimento delle donne

Il Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo dedica la Giornata internazionale della donna, lunedì 8 marzo 2021, all’artista siciliana Carla Accardi con un focus che riguarda non solamente le sue opere esposte, rappresentative del primo nucleo della collezione permanente del Museo, ma anche un aspetto spesso trascurato dalla critica relativo alla sua intensa militanza nel movimento femminista degli anni Settanta (come emerge dai documenti consultabili nell’archivio HERSTORY Gruppi e collettivi femministi a Roma e nel Lazio dagli anni ’70 ad oggi).

La militanza politica e artistica la vede impegnata, insieme a Carla Lonzi (critica d’arte conosciuta agli inizi degli anno sessanta), nella fondazione del Manifesto “Rivolta Femminile”, uno dei primi gruppi femministi in Italia, fondato sul separatismo e sulla pratica dell’autocoscienza, e, successivamente, nella creazione della cooperativa del “Beato Angelico” volta alla presentazione di donne artiste del presente e del passato.

Carla Accardi, unica donna firmataria del Manifesto Forma 1 del 1947, si conferma artista interprete del suo tempo, impegnata sia nel campo delle arti visive, in una ricerca sul segno e sul colore che ha portato avanti fino agli ultimi giorni di vita, sia in campo politico e sociale, aspetti inscindibili del suo essere donna artista.

La determinatezza e coerenza di Carla Accardi è anche il frutto di scelte maturate attraverso la pratica dell’autocoscienza. La destituzione dall’insegnamento per avere discusso di sessualità in classe – documento trovato nell’archivio sopracitato –  testimonia la volontà dell’artista di andare contro gli schemi della morale e delle istituzioni che la rappresentano.

Con una modernità indiscussa, è stata tra le prime a parlare di “alterità”, “identità e differenza”. L’azzeramento compiuto in termini visivi con i suoi lavori può essere interpretato come azzeramento anche di un linguaggio creato dall’uomo e ricerca di una nuova grammatica segnica in grado di dar voce a questa alterità, al suo essere donna artista.

Molte delle sue opere portano le tracce del suo interesse per i temi femministi. L’artista già dalla metà degli anni Sessanta si fa interprete di un disagio comune a molte altre donne, una consapevolezza legata alla condizione femminile, come afferma in Autoritratto Carla Lonzi. Gli interventi di Accardi all’interno di Autoritratto affrontano il rapporto uomo-donna, la condizione femminile, la lotta per i diritti civili, in particolare degli afro-americani, e la liberazione da ogni forma di oppressione.

Come scriveva in Autoritratto: «(…) voglio che ci sia questo problema, donna-uomo, e basta. Un giorno uno mi dice ‘non c’è tanto’. No, no, no… io la mattina dopo mi rialzo e il problema c’è (…), perché una donna deve sempre tenere presente il fatto che sta lottando, però, per poter godere di una parte di felicità».

Rosaria Raffaele Addamo
Tatiana Giannilivigni

 

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