Mangano

Domenico Mangano, nato a Palermo nel 1976, vive e lavora tra Palermo e Roma.

La ricerca estetica che  Domenico Mangano, pittore palermitano,  porta avanti dalla fine degli anni Novanta, si concentra nell’analisi di piccole storie marginali, fuori dalla cultura globalizzata. Con l’aiuto di una telecamera l’autore realizza alcuni video, una sorta di “archivio” di esperienze vissute, di gesti quotidiani, di disagi registrati direttamente sotto forma di cortometraggi o immagini fotografiche. Gli argomenti possono essere tratti dalla vita della gente del Sud come in “Storia di Mimmo”, o dai  confronti e dai contrasti che nascono tra le comunità più agiate del Nord e gli extracomunitari che vivono ai margini della società, come in “Merano 2000”. La Sicilia è spesso presente  nei suoi lavori, in particolare Palermo, non solo perché città d’origine, ma soprattutto metafora di tutte le periferie del mondo. L’autore indaga realtà vicine o lontane, familiari o sconosciute i cui  protagonisti sono sempre anti-eroi o emarginati.

Dopo  un lungo soggiorno negli USA, Mangano propone una nuova serie di opere, per la prima volta, pittoriche e scultoree, dedicate alla cultura e alla pittura americana. I suoi nuovi lavori presentano immagini esagerate e ironiche: un astronauta sulla luna circondato dalle tende d’indiani d’America o un cammello che passeggia lungo la Main Street.

Nel video Storia di Mimmo, quasi un  documentario antropologico, acquistato dal Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Belmonte Riso, è racchiuso un frammento di vita di un pescivendolo palermitano, vestito solo da un paio di  pantaloncini che mettono in evidenza la sua enorme mole, ripreso dall’artista con una cinepresa nella sua casa.  Il protagonista  racconta, medita affacciato alla finestra, mangia  seduto davanti la televisione, commentando in maniera animata le notizie del telegiornale,  cerca di riposare in un lettino che a stento lo contiene, lamentandosi per il caldo e infine dispensa pillole di saggezza in un italiano frammisto al dialetto palermitano.  La telecamera indugia con lunghi  primi piani sul corpo obeso del personaggio palermitano  che riprende  quel clichè cinematografico degli anni novanta inventato da Ciprì e Maresco. Una esibizione istrionesca, grottesca e amara che non cade mai nel ridicolo.

L’istallazione Voyage extraordinaire de J. è una serie di venticinque grandi cartelloni pubblicitari dislocati in vari punti della città, percepita come luogo privilegiato della comunicazione artistica,  che raffigurano Palermo, antica e nuovissima attraverso lo sguardo di un visitatore eccezionale: una statua di gesso rappresentante  Gesù che mostra il  Sacro Cuore, forse in veste di novello pellegrino.

Con quest’opera, l’ artista che  lavora tra Palermo e Roma, ha vinto la III edizione del “Il Genio di Palermo, Studi aperti degli artisti” nel 2000, manifestazione dedicata alla situazione artistica della città. Una selezione di queste immagini, 10 fotografie realizzate dallo stesso artista, fanno parte oggi del percorso museale di Palazzo Riso.

Nel 2010  nell’ambito del progetto “Others. Le Biennali d’arte Marrakech, Istanbul e Atene a Palermo e a Catania” e “ Others Resident”, Mangano realizza due video-proezioni ad Atene  durante le manifestazioni di protesta nate dalla grave crisi economica greca. In Omonia Hisses la protagonista, come una dea smarrita, si aggira  all’alba da sola nella piazza principale della capitale, in lontananza si sentono gli echi delle voci e degli slogan dei manifestanti. Il video è stato presentato presso la Fondazione Brodbeck di Catania.

Nel video Empty Paper (Fogli vuoti) l’autore chiede a dieci uomini e donne di descrivere i loro primi disegni, realizzati quando erano bambini e mentre i vari protagonisti raccontano con parole spesso amare, le immagini scorrono rapidamente, non soffermandosi  mai sui loro volti ma su alcuni particolari (le scarpe, le mani, la sigaretta) o su scorci significativi della città di Atene (i binari del treno, le parti di una casa fatiscente, le piante di un giardino). Uno degli intervistati è l’artista greco Vassilis Patmios Karouk che spiega come sia nato il suo interesse per lo studio del corpo umano  e del movimento, ricordando come da piccolo riproducesse le figure delle statue greche in particolare quelle di Prassitele.

Maria Reginella