Giovanni Anselmo
Nato a Borgofranco d’Ivrea (Torino) nel 1934. Vive e lavora a Torino
Autodidatta, si dedica alla sperimentazione in ambito artistico avviando nel 1959 la prima fase della sua ricerca pittorica. La svolta inaspettata, evento rivelatore di vasta portata nella poetica di Anselmo avviene all’alba del 16 agosto 1965 allorquando l’artista, dall’alto della cima del vulcano Stromboli, in una singolare combinazione tra ora, spazio (spazio personale e, al contempo, spazio cosmico: tiene a sottolinearlo lo stesso Anselmo), cielo e sole nascente, nota d’essere privo della sua ombra. Una fotografia, registrazione casuale ma al contempo emblema di quanto accaduto, rimane oggi a rammentare l’intensità dell’esperienza siciliana. L’indagine di tipo concettuale avviata fin dal 1965 sull’essenza delle forme e dei materiali porta naturalmente l’artista, poco più di due anni dopo, a essere partecipe dei propositi dell’Arte Povera teorizzata da Germano Celant: da ricordare, a proposito, è la prima personale di Anselmo, tenutasi nel 1968 alla torinese Galleria Sperone. Cifre costanti dell’opera di Anselmo sono la dialettica tra struttura e tensione, l’indagine sull’energia naturale che non viene suggerita né cristallizzata dall’opera ma realmente innescata da essa: celebri rimangono opere quali Senza titolo, meglio nota come Struttura che mangia (1968, Parigi, Centre Pompidou; un cespo di lattuga fresca – regolarmente sostituito – incastrato tra due elementi di granito ne consente l’equilibrio), le due Torsioni del 1968, sprigionanti energia dalla costrizione di elementi malleabili sottoposti a forte tensione e Respiro (1969, Torino, Castello di Rivoli; interposizione di una spugna di mare, organismo permeabile dall’aria, tra due barre di ferro). L’artista ha ottenuto, nel 1990, il Leone d’oro per la pittura alla XLIV Biennale di Venezia. Tra le recenti esposizioni di Anselmo figurano le ricognizioni sull’Arte Povera condotte nel 2011 al MAMbo di Bologna e alla Triennale di Milano.
Il disegno facente parte della collezione di Palazzo Belmonte Riso, realizzato nel 1965, segnala l’amplificarsi della ricerca di Anselmo stimolato, a quella data, dalla ricordata esperienza vissuta sullo Stromboli, che viene puntualmente registrata dal titolo La mia ombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante l’alba del 16.8.65.
Teresa Cicciarella