DA MOZART A HAYDN A PALAZZO RISO

Venerdì 28 luglio l’Orchestra Sinfonica Siciliana è diretta da Nicola Marasco, al violino Donato Cuciniello, alla viola Vincenzo Schembri. Sono proposte la Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K 364 di Mozart e la sinfonia n. 103 Mit dem Paukenwirbel in mi bemolle maggiore di Haydn.
 
Palermo, 27 luglio 2017 – Penultimo appuntamento di Palazzo Riso Classica, venerdì 28 luglio alle ore 21, con l’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Nicola Marasco, al violino Donato Cuciniello, alla viola Vincenzo Schembri. In programma Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K 364 e Franz Joseph Haydn (1732-1809), Sinfonia n. 103 (“col rullo di timpani”)
 
Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K 364 di Mozart. Fu composta a Salisburgo nel 1779, di ritorno dall’esperienza parigina del compositore. Wagner, ormai ventitreenne, ha affrontato il lutto della perdita della madre, che lo traghetta nell’età adulta. Il genere concertante era di gran moda in quelle città, soprattutto Mannheim, che potevano vantare il primato in Europa, con orchestre di prima qualità sia per la presenza di virtuosi eccelsi che per ampiezza e affiatamento dell’organico. La complessa dinamica orchestrale della composizione riflette la crescente competenza tecnica dell’orchestra europea di quel periodo ed è stata fortemente influenzata dal cavalier di Saint-George che Mozart aveva incontrato a Parigi e il cui Concerto per violino e orchestra n 5 Mozart cita nel movimento finale. E’ divisa nei movimenti: Allegro maestoso, Andante e Presto. (Durata: 32′)
 
La sinfonia n. 103 Mit dem Paukenwirbel in mi bemolle maggiore di Haydn. E’ l’undicesima delle dodici sinfonie dette di Londra, scritte da Franz Joseph Haydn Questa sinfonia è spesso indicata “col rullo di timpani”, poiché c’è una lunga rullata assegnata ai timpani in apertura nel primo movimento. Fu composta durante l’inverno 1794-1795. Il soggiorno a Londra richiesto dal pubblico musicale britannico, che apprezzava le opere del compositore austriaco e che lo accolse con gran favore. Il periodo trascorso a Londra si sarebbe rivelato come uno dei più felici e fertili nella vita di Haydn, che al tempo aveva già passato i sessant’anni e che poté ottenere introiti consistenti, oltreché coltivare numerose amicizie e conoscenze mondane. La prima della sinfonia avvenne al Her Majesty’s Theatre il 2 marzo 1795, come parte di una serie di concerti intitolata Opera Concerts. L’orchestra fu insolitamente grande per il periodo, arrivando a contare circa 60 musicisti. Alla direzione sia Giovanni Battista Viotti che lo stesso Haydn, il quale sedeva al fortepiano. l’esecuzione fu accolta con gran favore dal pubblico e dalla critica. E’ divisa nei seguenti movimenti: Adagio – Allegro con spirito; Andante più tosto allegretto; Menuetto; Allegro con spirito. (Durata: 30′)
 
Biglietti al Botteghino del Politeama Garibaldi e un’ora e mezza prima dello spettacolo a Palazzo Riso.
Prezzo biglietti: 10 €, comprensivo di degustazione di vino
 
Tel. 091 6072532
 
L’Ufficio Stampa
(Mario Pintagro)
 
Note biografiche
 
Nicola Marasco, direttore

Nato a Foggia, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Umberto Giordano dove si è diplomato in pianoforte e in musica elettronica sotto la guida di D. Caratori e D. Monacchi.

In seguito si è diplomato direzione d’orchestra con Donato Renzetti presso l’Accademia Musicale Pescarese perfezionandosi successivamente con P. Bellugi, L. Jia, J. Panula, L. Shambadal, B. Bartoletti e con A. Allemandi, R. Palumbo, E. Pessen, T. Pàl presso la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna. Si è perfezionato negli studi in pianoforte con I. Ossipova (Conservatorio di Mosca), in fortepiano con R. Levine (Harvard University) e in direzione di coro con F. M. Bressan e M. Berrini. Completa la sua preparazione studiando fagotto e canto lirico.
È stato invitato per concerti da diverse orchestre tra cui quella del Teatro Comunale di Bologna, Filarmonica Marchigiana, Sinfonica Tito Schipa di Lecce, Sinfonica di Pescara, G. Frescobaldi di Ferrara, Sinfonica di Grosseto, U. Giordano di Foggia, Sinfonica della Provincia di Bari, Filarmonia Veneta, Orchestra 1813, La FVG Mitteleuropa Orchestra, Orchestra Saverio Mercadante, Ensemble Novecento, Orchestra Sinfonica dell’Europa Unita e l’ Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica dell’Accademia di Schio. Nell’ambito della collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna ha diretto partiture di Pergolesi/Offenbach e nel 2010 dirige Madama Butterfly di G. Puccini nei Teatri di Jesi, Fermo e Brindisi replicata poi per le stagioni dei Teatri di Rovigo e Treviso. Dirige nel 2011/2012 il nuovo allestimento di Così fan Tutte di W.A. Mozart del circuito As.Li.Co. e Il Signor Bruschino di G. Rossini per il Piccolofestival nei castelli del Festival del Friuli Venezia Giulia.
Nel 2013 dirige Phaedra op. 93 di B. Britten per il progetto “Note sul Mito III” dell’Università di Foggia (Cui è seguita la pubblicazione del saggio “Phaedra nel teatro Musicale del Novecento”, ed. Il castello 2014). Tra le ultime produzioni il tour Japan 2012 dell’Orchestra di Roma (tra le sale principali Tokyo Opera City, Osaka, Hamamatsu, Kyoto, Yokohama), la prima assoluta all’Auditorium della Conciliazione di Roma “Tristano e Isotta, Eros e Thanatos. una fiamma senza tempo” e il Barbiere di Siviglia di G. Rossini al Teatro Marrucino di Chieti con la regia di Pierfrancesco Pingitore. Nel Giugno 2015 ha diretto “Sinfonia” di L. Berio al Teatro La Fenice di Venezia con The Swingles e l’Orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice.
Attivo anche come compositore, è stato interprete al pianoforte delle sue “5 liriche da M. Wesendonck” eseguite a Mosca presso la Rachmaninov’s Hall; il Majdanek- Requiem e il Rapsodiequartett commissionato del Comune della sua Città per commemorare l’anniversario della morte di Gramsci. Ha debuttato nell’ottobre del 2016 alla Alte Oper di Francoforte con un Galà Lirico assieme alla Thüringen Philharmonie.
Ha scritto il saggio “Nuove tecniche d’analisi musicale” pubblicato nel volume “Sciamboli e canti all’altalena” (Squilibri, Roma 2011) e i “50 Solfeggi Parlati e Cantati per studenti di canto” (2014).
Nel 2005 vince la borsa di studio per Maestri Collaboratori al Teatro Lirico Sperimentale collaborando con R. Bruson, R. Kabaivanska, M. Boemi, E. Ferrari e C. Ventura. Ha lavorato come Maestro Collaboratore per le masterclass di M. Freni, F. Araiza, I. Cotrubas, F. Cedolins, M. Trombetta, F. Patanè. L. Serra e A. Antoniozzi e in produzioni d’opera con R. Abbado, K.L. Wilson, D. Livermore.
Insegna direzione d’orchestra e prassi esecutiva dell’Opera Italiana all’Accademia Internazionale delle Arti a Seoul tenendo corsi anche ad Anyang, Cheonan, Changwon, Masan e Jeonju.
Ha inciso per KZ-Musik i dischi 6, 7 e 12 dell’Enciclopedia di Musica scritta nei Campi di concentramento, curando l’integrale delle composizioni corali con il gruppo vocale Concentus Foveanus (Coro dell’Università di Foggia) di cui è direttore principale, il disco The Breaths con l’Orchestra Saverio Mercadante e Le quattro stagioni di A. Vivaldi con l’Orchestra di Roma.
 
 
Donato Cuciniello, violino
Dopo aver svolto gli studi con il M° Angelo Gaudino, nel 1998 si diploma in violino al Conservatorio di Salerno ‘G. Martucci’, con il massimo dei voti. Non ancora diplomato, viene individuato come allievo ad una master class, tenuto dal vincitore del ‘Premio Paganini’, M° Massimo Quarta. Appena conclusi gli studi al conservatorio di Salerno, nel Dicembre ’98, viene ammesso – in seguito alle audizioni tenute dalle prime parti della Scala e dal M° Muti, all’Accademia della Scala dove ottiene il Diploma di Professore d’Orchestra. Durante l’anno trascorso in Scala conosce il M° Francesco De Angelis – primo violino del ‘Massimo’ di Milano – che successivamente diventerà il suo insegnante. In seguito all’esperienza in Scala, previo invito del M° De Angelis, frequenta i corsi estivi di ‘alto perfezionamento violinistico’ tenuti da il M° Tibor Varga e De Angelis, a Sion in Svizzera. Dopo questa breve esperienza, decide di sostenere e supera brillantemente l’esame di ammissione ‘all’accademia di alto perfezionamento’ di Sion. Durante l’anno trascorso in Svizzera frequenterà esclusivamente le lezioni tenute dal M° De Angelis. Nello stesso anno frequenta anche le lezioni con il M° Takacs, fondatore del più prestigioso quartetto d’archi del mondo, ‘Quartetto Takacs’. Grazie all’esperienza maturata in accademia, incomincia a collaborare con varie orchestre elvetiche.
Tra le attività concertistiche svolte, segnalato tra i migliori allievi dell’accademia, effettua una tournee – suonando un repertorio classico e contemporaneo – per tutta la Svizzera. Concluso il percorso di studi, torna in Italia dove lo attende un intensa attività concertistica. Tra gli impegni di spicco che lo vedono impegnato come violino solista, si segnalano i concerti tenuti a: Eisenstadt (Austria), città natale di Haydn, dove in omaggio a questo compositore, esegue i concerti in ‘Do ed in Sol Maggiore per violino e orchestra’; a Salgotarjan e a Heves (Ungheria). Durante un concerto indetto per il festeggiamento del milionesimo pianoforte prodotto dalla ‘Stenway&Sons’, tenutosi nella Sala Napolitano a Napoli, viene notato dal direttore della ‘Yamaha’. Quest’ultimo lo invita a Tokyo per eseguire dei concerti per violino e pianoforte al ‘Teatro Zero’ della stessa città. In questa occasione suona con il M° Leonardo Acone, suo pianista e amico. Successivamente vince due audizioni al teatro ‘San Carlo’ di Napoli dove lavorerà per circa quattro anni. In quest’arco temporale vince anche l’audizione nell’Orchestra Sinfonica Toscanini di Parma diretta dal M° L. Maazel, effettuando tournée in Italia e all’estero. Conclusasi questa parentesi, nell’estate del 2004, affronta due audizioni, una nell’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, classificandosi tra i primi posti e l’altra nell’ Orchestra Luigi Cherubini fondata dal M°Riccardo Muti. Durante la sua attività nell’ Orchestra Luigi Cherubini, da parte dello stesso Muti viene selezionato come spalla dei secondi. Sotto la direzione dello Stesso effettua oltre 50 concerti e varie produzioni liriche, tra l’Italia e l’estero. Nel febbraio 2007 vince il ruolo di spalla dei secondi violini presso l’ Orchestra Sinfonica Siciliana. Tuttavia, durante il suo lavoro nel teatro siciliano, nell’agosto dello stesso anno, sotto esplicita richiesta del M° Muti, partecipa alla tournée della Cherubini tenutasi a Malta, il cui programma prevedeva l’esecuzione dell’Opera lirica ‘Don Pasquale’ di Donizetti. Stessa cosa accade nel successivo Novembre per la tournee di Mosca e San Pietroburgo e nel Marzo ’08 nella sala del ‘Musikverein’ di Vienna. Nel Dicembre ’08 con l’Orchestra Toscanini svolge una tournée che prevedeva concerti in: Russia, Bulgaria, Turchia e India. Tra le altre Orchestre con cui ha collaborato sono ancora da citare la Giovine Orchestra Genovese, l’Internazionale d’Italia, i Professori della Scarlatti, I solisti di Napoli, la Filarmonica Salernitana G.Verdi e l’Orchestra Sinfonica di Piacenza.
Destreggiandosi tra i vari impegni musicali tuttavia è riuscito a laurearsi in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Salerno. Ad oggi, oltre a continuare la sua attività concertistica, dal 2010 ricopre la cattedra di violino presso il ‘Conservatorio F. Cilea’ di Reggio Calabria. Suona un Ansaldo Poggi del 1972.
Suona un “Marino Capicchioni” del 1953.
 
 
Vincenzo Schembri, viola

 

Nato a Palermo, si è diplomato in Viola al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e ha proseguito gli studi con Bruno Giuranna, presso l’Accademia Musicale “Walter Stauffer” di Cremona e l’Accademia Nazionale di “S. Cecilia”, e con Jurij Bashmet presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena.
Dopo avere collaborato con le Orchestre del Teatro Massimo Bellini di Catania e del Teatro dell’Opera di Roma, dal 1996 è Prima Viola della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. Svolge intensa attività di musica da camera, in duo e quartetto con pianoforte. Dal 1998 partecipa inoltre all’attività concertistica dell’Orchestra da Camera Italiana diretta dal M° Salvatore Accardo. Nel 2003 fonda GliArchiEnsemble, un gruppo da camera di soli archi, con cui svolge concerti in tutto il mondo nelle sale più prestigiose.
Nel 2006 ha seguito gli studi di Tecnica di Direzione d’Orchestra sotto la guida del M° Ennio Nicotra.
 

Note di sala a cura di Riccardo Viagrande
 
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Sinfonia concertante in mi maggiore per violino, viola e orchestra K. 364 (K. 320d)
Allegro maestoso
Andante
Presto
Durata: 32′
 
Ritornato nel 1779, dopo due anni di viaggi per l’Europa, nell’odiata Salisburgo, dove avrebbe ricoperto l’incarico di Konzertmeister e di organista di corte, Mozart, pur accolto calorosamente dal padre che aveva fatto trovare nella sua camera un armadio nuovo e il suo vecchio clavicordo, sapeva bene di confrontarsi con una realtà difficile se non ostile. L’arcivescovo, che aveva dovuto riprendere al suo servizio, senza troppo entusiasmo e perché costretto dagli eventi, un musicista già una volta licenziatosi, aveva, infatti, manifestato sempre, sul piano musicale, opinioni diametralmente opposte a quelle del giovane compositore. La scarsa documentazione e l’assenza di un epistolario non ci consentono di ricostruire in modo dettagliato questo periodo della vita di Mozart che, tuttavia, non fu certamente felice, dal momento che egli stesso confessò al padre a proposito di quegli anni:
“Sprecare la propria gioventù nell’inattività e in un posto così miserabile, è cosa assai triste e anche un danno”.
Nonostante il clima non certo favorevole, piuttosto consistente è la mole di composizioni prodotte da Mozart in questo periodo non solo nel genere sacro, al quale era legato dagli obblighi della sua carica, ma anche in quello sinfonico, i cui lavori non erano stati sempre apprezzati dall’arcivescovo. Proprio a questo periodo e, in particolar modo all’estate del 1779, risale la composizione della Sinfonia concertante per violino e viola, ritenuta unanimemente dalla critica la composizione più importante e più matura, tra tutte quelle di Mozart, per strumenti solisti e orchestra. In questo lavoro, formalmente un doppio concerto per la scrittura altamente virtuosistica che contraddistingue le parti dei due solisti, ai quali vengono affidati passi impegnativi e dialoghi intensi e articolati, Mozart ottenne una perfetta sintesi tra le istanze concertistiche e quelle sinfoniche. Molto raffinato è, a tale proposito, il trattamento dell’orchestra che non si limita semplicemente ad accompagnare i due strumenti ma partecipa allo sviluppo delle trame musicali sin dall’introduzione del primo movimento, Allegro maestoso, aperto da solenni accordi declamati a piena orchestra; in esso il secondo tema è presentato in un dialogo serrato tra corni e oboi. Al termine dell’esposizione orchestrale intervengono i due strumenti solisti con il violino e la viola per dare vita ad un vero e proprio primo movimento di concerto con tre nuovi elementi tematici che confermano il clima serio e severo del brano.
Di forte impatto emotivo è il secondo movimento, Andante, una pagina intima e dolorosa, interamente costruita nella tonalità di do minore, nella quale forse il compositore allude alla perdita della madre morta a Parigi un anno prima. Tutto il movimento è caratterizzato da un’unica intensa melodia le cui inflessioni ricordano quelle di un vero e proprio pianto.
Un clima del tutto diverso contraddistingue l’ultimo movimento, Presto, un brillante rondò-sonata nel quale i due strumenti solisti mostrano le loro capacità virtuosistiche mentre gli oboi e i corni si cimentano nell’esposizione di una terza idea tematica, simile a quella del primo movimento, prima della conclusione.
 
Franz Joseph Haydn
(Rohrau 1732 – Vienna 1809)
Sinfonia n. 103 “col rullo di timpani” in mi bemolle maggiore Hob. 1:103
Adagio, Allegro con spirito
Andante
Menuetto
Allegro con spirito
Durata: 26′
 
“Un’altra nuova Overture (Sinfonia n. 103), del fertile e affascinante Haydn, è stata eseguita; che, come al solito, ebbe continui colpi di genio sia nella melodia che nell’armonia. L’introduzione ha suscitato il più profondo interesse, l’Allegroaffascinò, l’Andante fu bissato, il Minuetto, specialmente il trio, fu vivace e dolce, e l’ultimo movimento fu simile, se non superiore al precedente”.
Con questo breve, quanto entusiastico, commento il «Morning Chronicle» salutò la prima esecuzione della Sinfonia n. 103di Haydn al King’s Theatre in Haymarket il 2 marzo 1795 durante il quarto concerto della stagione dell’Opera Concerts.
Penultima delle 12 sinfonie londinesi, la Sinfonia n. 103, meglio indicata col soprannome col rullo di timpani, perché aperta da un rullo dei timpani, fu composta durante l’inverno 1794-1795 per un organico insolitamente grande per l’epoca, costituito da ben 60 esecutori, diretti dallo stesso Haydn, che, secondo una vecchia consuetudine, era seduto al clavicembalo o al fortepiano, e dal maestro concertatore Viotti.
Come tutte le Sinfonie londinesi, eccezion fatta per la Sinfonia n. 95, anche questa presenta un’introduzione lenta, che, secondo quanto riferito dal «Morning Chronicle» nella recensione di cui sopra, aveva suscitato nel pubblico un profondo interesse, dovuto forse alle sonorità cupe e minacciose ottenute, all’inizio, con il celebre rullo del timpano, definito da Luigi Della Croce (Le 107 sinfonie di Haydn, Torino, Eda, 1975, p. 347), un rumore che non ha nulla a che fare con la composizione; forse l’immagine della guerra come nell’andante della sinfonia Militare o nella Messa dei timpani. Il tono cupo di questo celebre incipit è confermato dal tema dell’Adagio, affidato ai violoncelli, ai contrabbassi e ai fagotti, che suonano all’unisono, e sembra rischiarato da una nuova luce soltanto nel momento in cui si passa alla dominante. Il tono cupo di questa introduzione appare, almeno inizialmente, attenuato dal gaio primo tema dell’Allegro, ma ritorna sia all’interno di esso rimodellando la struttura della forma-sonata, quando gli archi gravi ne riprendono il tema nella parte centrale dello sviluppo, sia nella sezione conclusiva dopo la ripresa e prima della breve coda.
Il secondo movimento, Andante più tosto allegretto, segue, dal punto di vista formale, la struttura del tema e variazioni, particolarmente cara ad Haydn soprattutto nella prima serie delle sinfonie londinesi dove è adottata nella n. 94, nella n. 95 e nella n. 97. Anche la struttura formale di questo movimento appare rinnovata, in quanto ad essere variati sono due temi entrambi popolari, probabilmente di origine croata, uno in do minore, affidato ai violini, ed uno in do maggiore, esposto dall’oboe, che si presenta come una parafrasi del primo. Tra le variazioni, che registrano un’alternanza tra maggiore e minore, spicca una affidata al violino solista che assume una funzione concertante.
 
Il terzo movimento è un classico Minuetto haydniano, il cui incipit ricalca, sia pure in una tonalità diversa, quello della Sinfonia n. 102 con la dominante ribattuta e ornata con le tipiche acciaccature.